venerdì 10 gennaio 2014

" Il Principe e la Principessa " - ovvero: mamma, come vi siete conosciuti tu e papà?

C'era una volta una Principessa che abitava in un grande castello, nella campagna vicino ad una piccola città.
Aveva diciotto anni, e tutti si aspettavano grandi cose da lei: il Re suo padre avrebbe voluto essere raggiunto nelle terre calde del sud, i principi suoi fratelli pensavano invece sarebbe partita alla volta di grandi viaggi nel mondo: ma la principessa, nell'inquietudine tipica della sua età e con un animo un po' malinconico ed autunnale, preferiva rimanere nelle nebbie dei luoghi dov'era sempre vissuta, dilettandosi con le arti e le sue damigelle di corte. Queste damigelle erano un po' matte, e spesso trascinavano la principessa in bizzarre avventure che di certo il Re avrebbe disapprovato; si accompagnavano spesso a felloni di rango minore, o si facevano trasportare in calesse dai matti del paese e dai giullari di corte. All'amore, lei non pensava proprio: i principi al tempo scarseggiavano, o quelli che si presentavano erano del tutto inetti ed inadatti.
Una sera però, la principessa si recò ad una festa con una delle sue damigelle: avrebbe dovuto essere una grande occasione, invece si rivelò un ricevimento piuttosto deludente, poiché molti invitati avevano disdetto la loro partecipazione. C'era però, tra i pochi partecipanti, un Principe che non era estraneo agli occhi della ragazza: in tenera adolescenza l'aveva notato ai balli mentre faceva il farfallone con ogni dama della corte, senza però che lui la degnasse di uno sguardo. In seguito, egli aveva disertato sempre più spesso la mondanità di palazzo ed aveva finito per trasferirsi in un altro regno, quindi era molto che i due non si incontravano.
Quella sera, in verità, sembrava un po' matto: sia perché sembrava non notare la tranquillità del ricevimento e si ostinava a ballare senza sosta, sia perché ad un certo punto andò dalla Principessa e le disse: - Non so se sia il vino a parlare, ma voi mi avete rubato il cuore.
Non era certo il modo più romantico per dichiararsi, ma funzionò: si diedero un sacco di baci e ballarono tutta la notte. Verso il far del mattino la Principessa dormiva con la testa appoggiata sulle ginocchia del suo Principe, che le accarezzava i capelli.

La settimana seguente, un nove di aprile, c'era la Grande Festa di Pasqua, un ritrovo danzereccio agreste: fu lì che i due decisero di fidanzarsi, raccontandosi cose dolci e meravigliose e vagando mano nella mano tra i campi del regno. Il Principe era così bello che la Principessa non poteva credere volesse proprio lei, tra tutte le pretendenti; la loro intesa suonava armoniosa, il loro incastro era perfetto, mai due persone in tutto l'universo sembravano accompagnarsi così bene l'uno all'altra. Passarono quasi un anno idilliaco, accecati dalla luce di tale affinità... ma ecco avvicinarsi la prima verità celata in questa fiaba: nessun amore può essere così per sempre, o almeno non tra due normali umani come i nostri protagonisti.
Entrambi avevano infatti i loro difetti, che d'un tratto sembrarono stupirli l'uno dell'altra: il bizzarro Folletto del Tempo adora trastullarsi con le imperfezioni umane, a volte persino accendendole di colpo, rendendole inaspettatamente evidenti. Il Principe aveva mantenuto il suo temperamento pratico e determinato, spesso anche troppo legato alla realtà; la Principessa, invece, amava sognare e divagarsi tra studio e divertimenti, senza essere mai troppo responsabile della sua vita. Finirono per allontanarsi, e fu lì che il Principe venne soggiogato dall'incantesimo di svariate megere: alcune dame e duchesse, prese dall'invidia e dalla solitudine, avevano cominciato ad interessarsi di magia nera, con particolare dedizione verso gli Inganni della Seduzione. Il Principe, sotto l'effetto delle pozioni, sembrava cambiato, freddo e distante, ed ovviamente abbandonò la Principessa.

Ella era inconsolabile; le sue damigelle si prodigavano molto per trascinarla da una festa all'altra per poterla distrarre, ma finivano sempre per incontrare proprio l'oggetto del suo tormento. Conobbe altri giovani felloni, ma erano come quelli che aveva incontrato prima dell'arrivo del suo principe: inetti ed inadeguati, spesso più interessati alle grazie della Principessa che al suo amore.
Come se non bastasse, il Re aveva cominciato ad essere piuttosto pressante sul futuro di sua figlia: se voleva rimanere a palazzo, doveva decidere che cosa fare. Per tutta risposta lei scappò dall'altra parte del Regno, rifugiandosi a casa del suo caro amico Duca di Blackbird. Essendo ospite e non volendo gravare più del dovuto sul suo amico Duca, dovette adattarsi al lavoro ed a molte più fatiche di quelle precedentemente affrontate nella vita d'alto rango: inspiegabilmente, era molto più felice così. Rimase una sognatrice, ma acquisì anche risolutezza e coraggio: era finalmente cresciuta, ed un po' sembravano alleviarsi anche le sue pene d'amore. Riusciva a fingere che non le importasse più nulla, anzi, con il Principe si era anche un po' arrabbiata: ignara dell'incantesimo da lui subito, si era infine convinta che fosse come tutti gli altri inetti del regno.

Nel frattempo lui continuava a subire i filtri ingannatori propinati dalle malvagie megere, le quali non avevano però considerato un particolare: il corpo umano, a lungo andare, si abitua a qualsivoglia veleno, ritornando via via ad uno stato normale. Così anche il Principe si stava abituando a quelle sostanze, e sembrava ora ricordarsi di ciò che aveva provato con la Principessa, sentendone la mancanza ogni giorno di più.
Tornò da lei un anno dopo la loro rottura, quando finalmente gli incantesimi non esercitavano più nessun effetto.
Non dimentichiamoci però che lei era ancora piuttosto in collera col povero Principe, appunto perché ignara del tiro mancino delle megere: decise quindi di punirlo e metterlo alla prova allo stesso tempo, facendogli credere di essere ormai promessa in sposa ad un vile giullare.
Il Principe rimase deluso, poi si arrabbiò con lei, sembrò voler tornare sui suoi passi e non volerla più nemmeno vedere... ma sotto sotto il loro amore era ancora puro ed idilliaco, nonostante i dardi del Folletto del Tempo, e i due non potevano fare a meno di accorgersene. La Principessa capì che solo un incantesimo malvagio avrebbe potuto allontanare il suo Principe da lei, e presa dal rimorso confessò che non c'era nessun giullare a cui sarebbe andata in sposa: l'unico vero Amore, per lei, era sempre stato solo il Principe.
Da quel momento in poi non si lasciarono mai più.
Certo, non erano più accecati dalle farfalle delle nuove emozioni, ora si guardavano l'un l'altra per ciò che erano in realtà: con tutti i loro difetti e le loro imperfezioni, che amavano tanto quanto i rispettivi pregi.
Andarono a vivere insieme, prima in un castello un po' malconcio, e in seguito in una piccola e bellissima dimora come quella che avevano sempre sperato di trovare. Nessun incantesimo malvagio avrebbe più potuto fare effetto su di loro, perché avevano imparato a combatterli e sconfiggerli tutti. Le megere dedicarono ad altri le loro attenzioni, sapendo di non poter più vincere.
Anche il Re fu contento per loro, così come le damigelle, il duca di Blackbird e tutti gli altri benevoli personaggi di questa storia.
Presto sarebbe nata anche l'ultima, bellissima conferma della loro unione: una piccola principessina, che col suo meraviglioso sorriso avrebbe cancellato ogni forma di cattiveria dal regno nei secoli dei secoli.


E vissero per sempre felici e contenti.

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